Comprendere e implementare il CBAM

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Settembre 11, 2025

Tempo di lettura 6 min.

Comprendere e implementare il CBAM: come le aziende possono soddisfare i requisiti del meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere

Per contrastare il rischio che continua ad essere elevato di carbon leakage verso paesi terzi dovuto all’aumento dei prezzi europei del carbonio, la Commissione Europea ha introdotto un meccanismo per l’adeguamento dei limiti di CO2: il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM), a partire dal 1° ottobre 2023. Le aziende dell’UE che importano ferro, acciaio, cemento, alluminio, elettricità, fertilizzanti o idrogeno in forma pura o lavorata da paesi extra-UE, dovranno dichiarare tutte le importazioni separatamente su base trimestrale ed effettuare un pagamento compensativo sotto forma di certificati CBAM. Il prezzo dei certificati CBAM è strettamente correlato alle condizioni del sistema di scambio per le quote di emissioni dell’Unione Europea (EU ETS) ed è determinato dal confronto con la media settimanale dei prezzi dei certificati nell’EU ETS. Il CBAM si applica alle emissioni dirette, ovvero ai gas serra emessi durante la produzione di beni fino alla loro importazione nell’UE, ma anche alle emissioni indirette derivanti dalla produzione di energia elettrica per la produzione di beni compresi nel sistema. Se nel paese di origine è già stato pagato un prezzo di quote per la CO2, il costo può essere compensato con il certificato CBAM per evitare la doppia tassazione.

Accelerare la decarbonizzazione e prevenire il carbon leakage

In qualità di pilastro del Green Deal europeo, il pacchetto ‘Fit for 55’ fissa obiettivi ambiziosi per accelerare la decarbonizzazione. Il fulcro di questo impegno è la graduale riduzione della quantità totale di emissioni consentite nell’ambito del sistema di scambio per le quote di emissioni dell’Unione Europea (EU ETS). Per raggiungere un successo sostenibile in questo ambito, l’UE deve prevenire il carbon leakage, ovvero il trasferimento o l’importazione da parte di imprese dell’UE e di paesi terzi operanti in determinati settori o sottosettori ad alta intensità di emissioni da altri paesi con restrizioni meno severe in materia di emissioni per motivi di costo legati alle politiche climatiche.

Il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) rappresenta un passo fondamentale nella lotta contro le importazioni ad alta intensità di carbonio, apre la strada alla neutralità climatica, e, come componente fondamentale del pacchetto ‘Fit for 55’, mira a creare condizioni di parità e a fissare prezzi equi per beni e prodotti ad alta intensità di emissioni, indipendentemente dal fatto che siano prodotti all’interno o all’esterno dell’Unione Europea. Questo approccio non solo incoraggia l’industria dell’UE alla decarbonizzazione, ma invita anche i paesi partner dell’UE a intensificare il loro impegno per il raggiungimento degli obiettivi climatici e ambientali.

Il countdown è iniziato

Il CBAM è diventato ufficialmente realtà il 1° ottobre 2023. In una fase transitoria da ottobre 2023 alla fine del 2025, non sarà ancora necessario acquistare certificati, ma le aziende della UE dovranno fare report sui prodotti CBAM importati e sulle loro emissioni dirette e indirette dal 2024, partendo dal quarto trimestre del 2023. Il primo report deve essere inviato entro il 31 gennaio 2024. Le correzioni possono essere apportate fino a due mesi dopo la scadenza. Per i primi due report è previsto un termine più lungo, con possibili modifiche fino al 31 luglio 2024, in particolare per il primo report CBAM, che è già scaduto. In Germania, l’Autorità tedesca per lo scambio di quote di emissione (DESHt) all’interno dell’agenzia federale tedesca per l’ambiente è stata designata come l’autorità nazionale competente fino alla fine del 2023, attraverso la quale le aziende importatrici all’interno dell’UE riceveranno i dati di accesso al portale EU CBAM, che saranno poi utilizzati per il reporting. Le aziende interessate sono invitate a utilizzare i dati sulle emissioni del produttore o, qualora i dati non siano (ancora) disponibili per i primi tre report trimestrali, a utilizzare i valori predefiniti stabiliti dall’UE, ovvero i valori predefiniti per il periodo transitorio. Inoltre, è necessario raccogliere i dati di importazione rilevanti ai fini del report. Molti valori sono direttamente disponibili nelle dichiarazioni di importazione delle merci importate, come il codice merceologico, la massa netta, il codice di processo, l’ora di rilascio e il paese di origine.

Implementare il CBAM – digitale, automatizzato e conforme

L’implementazione dell’adeguamento delle emissioni di CO2 alle frontiere comporta un notevole impegno per le aziende, che devono raccogliere e aggregare dati, calcolare le emissioni e redigere report. Può essere utile un software progettato appositamente per i requisiti dello scambio di quote di emissione, che automatizza ampiamente i processi necessari e, allo stesso tempo, garantisce la massima sicurezza giuridica.

Il software CBAM di osapiens è strettamente allineato al catalogo degli obblighi previsti dal regolamento e guida le aziende passo dopo passo, dal controllo iniziale automatizzato delle dichiarazioni di importazione al calcolo delle emissioni basato sui dati e alla creazione automatizzata del report CBAM finale.

In primo luogo, dopo un caricamento centralizzato, il software controlla automaticamente tutte le dichiarazioni di importazione e assegna le merci in esse contenute a specifici gruppi di prodotti. Inoltre, assegna automaticamente le dichiarazioni di importazione ai periodi di dichiarazione e alle date di sdoganamento per garantire che il report trimestrale CBAM previsto dalla legge venga generato correttamente. La soluzione fornisce anche una funzione per il contatto iniziale automatizzato con fornitori e gestori di impianti, il cosiddetto “readiness check”. Ciò può essere utilizzato per determinare se sono attualmente in grado di fornire dati accurati sulle emissioni derivanti dal processo di produzione di merci CBAM, o se dovranno utilizzare i valori predefiniti forniti per il periodo di transizione a partire dal terzo trimestre del 2024, al più tardi. In questo modo si ha il vantaggio di sensibilizzare i fornitori sulle sfide del CBAM e di semplificare i successivi processi di rendicontazione.

Nella fase successiva, il software calcola i certificati CBAM richiesti per le emissioni dirette e indirette sulla base delle dichiarazioni di importazione rilevanti per il CBAM, dopo aver verificato attentamente l’accuratezza e l’affidabilità dei dati forniti per ciascuna tipologia di merce (codice NC). Il report CBAM finale può essere prodotto anche utilizzando la soluzione osapiens. Sulla base dei dati raccolti a tale scopo, la quantità totale di ciascun tipo di merce prodotta e le relative emissioni di CO2 vengono ripartite nel dettaglio. Vengono inoltre considerati i prezzi della CO2 già pagati in altri paesi produttori. Per garantire che i report trimestrali richiesti dal DEHSt possano essere prodotti in tempo, il software offre anche una funzione di notifica che consente la comunicazione con le interfacce interne. Il report CBAM può essere creato in formato XML, il che semplifica notevolmente l’esportazione di tutti i documenti a corredo necessari per la presentazione all’UE.


Comprendere e implementare il CBAM: come le aziende possono soddisfare i requisiti del meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere

Per contrastare il rischio che continua ad essere elevato di carbon leakage verso paesi terzi dovuto all’aumento dei prezzi europei del carbonio, la Commissione Europea ha introdotto un meccanismo per l’adeguamento dei limiti di CO2: il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM), a partire dal 1° ottobre 2023. Le aziende dell’UE che importano ferro, acciaio, cemento, alluminio, elettricità, fertilizzanti o idrogeno in forma pura o lavorata da paesi extra-UE, dovranno dichiarare tutte le importazioni separatamente su base trimestrale ed effettuare un pagamento compensativo sotto forma di certificati CBAM. Il prezzo dei certificati CBAM è strettamente correlato alle condizioni del sistema di scambio per le quote di emissioni dell’Unione Europea (EU ETS) ed è determinato dal confronto con la media settimanale dei prezzi dei certificati nell’EU ETS. Il CBAM si applica alle emissioni dirette, ovvero ai gas serra emessi durante la produzione di beni fino alla loro importazione nell’UE, ma anche alle emissioni indirette derivanti dalla produzione di energia elettrica per la produzione di beni compresi nel sistema. Se nel paese di origine è già stato pagato un prezzo di quote per la CO2, il costo può essere compensato con il certificato CBAM per evitare la doppia tassazione.

Accelerare la decarbonizzazione e prevenire il carbon leakage

In qualità di pilastro del Green Deal europeo, il pacchetto ‘Fit for 55’ fissa obiettivi ambiziosi per accelerare la decarbonizzazione. Il fulcro di questo impegno è la graduale riduzione della quantità totale di emissioni consentite nell’ambito del sistema di scambio per le quote di emissioni dell’Unione Europea (EU ETS). Per raggiungere un successo sostenibile in questo ambito, l’UE deve prevenire il carbon leakage, ovvero il trasferimento o l’importazione da parte di imprese dell’UE e di paesi terzi operanti in determinati settori o sottosettori ad alta intensità di emissioni da altri paesi con restrizioni meno severe in materia di emissioni per motivi di costo legati alle politiche climatiche.

Il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) rappresenta un passo fondamentale nella lotta contro le importazioni ad alta intensità di carbonio, apre la strada alla neutralità climatica, e, come componente fondamentale del pacchetto ‘Fit for 55’, mira a creare condizioni di parità e a fissare prezzi equi per beni e prodotti ad alta intensità di emissioni, indipendentemente dal fatto che siano prodotti all’interno o all’esterno dell’Unione Europea. Questo approccio non solo incoraggia l’industria dell’UE alla decarbonizzazione, ma invita anche i paesi partner dell’UE a intensificare il loro impegno per il raggiungimento degli obiettivi climatici e ambientali.

Il countdown è iniziato

Il CBAM è diventato ufficialmente realtà il 1° ottobre 2023. In una fase transitoria da ottobre 2023 alla fine del 2025, non sarà ancora necessario acquistare certificati, ma le aziende della UE dovranno fare report sui prodotti CBAM importati e sulle loro emissioni dirette e indirette dal 2024, partendo dal quarto trimestre del 2023. Il primo report deve essere inviato entro il 31 gennaio 2024. Le correzioni possono essere apportate fino a due mesi dopo la scadenza. Per i primi due report è previsto un termine più lungo, con possibili modifiche fino al 31 luglio 2024, in particolare per il primo report CBAM, che è già scaduto. In Germania, l’Autorità tedesca per lo scambio di quote di emissione (DESHt) all’interno dell’agenzia federale tedesca per l’ambiente è stata designata come l’autorità nazionale competente fino alla fine del 2023, attraverso la quale le aziende importatrici all’interno dell’UE riceveranno i dati di accesso al portale EU CBAM, che saranno poi utilizzati per il reporting. Le aziende interessate sono invitate a utilizzare i dati sulle emissioni del produttore o, qualora i dati non siano (ancora) disponibili per i primi tre report trimestrali, a utilizzare i valori predefiniti stabiliti dall’UE, ovvero i valori predefiniti per il periodo transitorio. Inoltre, è necessario raccogliere i dati di importazione rilevanti ai fini del report. Molti valori sono direttamente disponibili nelle dichiarazioni di importazione delle merci importate, come il codice merceologico, la massa netta, il codice di processo, l’ora di rilascio e il paese di origine.

Implementare il CBAM – digitale, automatizzato e conforme

L’implementazione dell’adeguamento delle emissioni di CO2 alle frontiere comporta un notevole impegno per le aziende, che devono raccogliere e aggregare dati, calcolare le emissioni e redigere report. Può essere utile un software progettato appositamente per i requisiti dello scambio di quote di emissione, che automatizza ampiamente i processi necessari e, allo stesso tempo, garantisce la massima sicurezza giuridica.

Il software CBAM di osapiens è strettamente allineato al catalogo degli obblighi previsti dal regolamento e guida le aziende passo dopo passo, dal controllo iniziale automatizzato delle dichiarazioni di importazione al calcolo delle emissioni basato sui dati e alla creazione automatizzata del report CBAM finale.

In primo luogo, dopo un caricamento centralizzato, il software controlla automaticamente tutte le dichiarazioni di importazione e assegna le merci in esse contenute a specifici gruppi di prodotti. Inoltre, assegna automaticamente le dichiarazioni di importazione ai periodi di dichiarazione e alle date di sdoganamento per garantire che il report trimestrale CBAM previsto dalla legge venga generato correttamente. La soluzione fornisce anche una funzione per il contatto iniziale automatizzato con fornitori e gestori di impianti, il cosiddetto “readiness check”. Ciò può essere utilizzato per determinare se sono attualmente in grado di fornire dati accurati sulle emissioni derivanti dal processo di produzione di merci CBAM, o se dovranno utilizzare i valori predefiniti forniti per il periodo di transizione a partire dal terzo trimestre del 2024, al più tardi. In questo modo si ha il vantaggio di sensibilizzare i fornitori sulle sfide del CBAM e di semplificare i successivi processi di rendicontazione.

Nella fase successiva, il software calcola i certificati CBAM richiesti per le emissioni dirette e indirette sulla base delle dichiarazioni di importazione rilevanti per il CBAM, dopo aver verificato attentamente l’accuratezza e l’affidabilità dei dati forniti per ciascuna tipologia di merce (codice NC). Il report CBAM finale può essere prodotto anche utilizzando la soluzione osapiens. Sulla base dei dati raccolti a tale scopo, la quantità totale di ciascun tipo di merce prodotta e le relative emissioni di CO2 vengono ripartite nel dettaglio. Vengono inoltre considerati i prezzi della CO2 già pagati in altri paesi produttori. Per garantire che i report trimestrali richiesti dal DEHSt possano essere prodotti in tempo, il software offre anche una funzione di notifica che consente la comunicazione con le interfacce interne. Il report CBAM può essere creato in formato XML, il che semplifica notevolmente l’esportazione di tutti i documenti a corredo necessari per la presentazione all’UE.