Il Regolamento dell’Unione Europea contro la deforestazione (EUDR) è destinato a rivoluzionare le pratiche commerciali globali, con un impatto particolarmente rilevante sull’industria della moda e del tessile, da tempo associata alla deforestazione. Rappresentando un punto di svolta per la costruzione di supply chain etiche e sostenibili, l’EUDR impone al settore una riflessione profonda sulla propria catena di fornitura, spingendolo ad abbracciare modelli più responsabili. In questo articolo analizziamo le profonde implicazioni che l’EUDR avrà sull’industria della moda e del tessile, esaminando le sfide da affrontare, le opportunità emergenti e i possibili sviluppi futuri che potrebbero ampliarne ulteriormente il raggio d’azione.
Comprendere l’EUDR: contesto e obiettivi
L’EUDR rappresenta uno degli strumenti chiave della strategia dell’Unione Europea per contrastare il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità. Il regolamento mira, in sostanza, a impedire l’ingresso nel mercato europeo di prodotti legati alla deforestazione o al degrado forestale. Tra le materie prime interessate figurano soia, olio di palma, bovini, gomma, cacao, caffè e legname: tutti prodotti che dovranno ora provenire da filiere tracciabili e prive di legami con la deforestazione. Secondo il Parlamento Europeo, circa il 10% della deforestazione globale è riconducibile ai consumi dell’UE legati all’importazione di questi beni.

Ambito di applicazione dell’EUDR e possibili estensioni
Il regolamento riguarda diverse materie prime fondamentali anche per il settore della moda, come il cuoio (derivato dai bovini) e la gomma. Tuttavia, al momento non si estende a materiali come il cotone o le fibre cellulosiche artificiali (MMCF), nonostante il loro impatto ambientale sia significativo. La Commissione Europea ha già previsto di ampliare il campo di applicazione del regolamento tramite un atto delegato, basandosi su valutazioni riguardanti il contributo di altre materie prime alla deforestazione. La prima revisione dell’ambito di applicazione delle materie prime dell’EUDR è prevista entro due anni dalla sua entrata in vigore.
Inoltre, l’EUDR si basa sulla definizione di “foresta” adottata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), che comprende 4,06 miliardi di ettari di aree forestali a livello globale. Questa definizione include anche savane, zone umide e altri ecosistemi di valore, secondo quanto previsto dalle normative nazionali. La prima revisione del regolamento, prevista entro un anno dalla sua entrata in vigore, valuterà l’impatto di un’eventuale estensione dell’ambito normativo alle cosiddette “altre terre boscate”. Una seconda revisione, in programma entro due anni, prenderà in esame la possibilità di ampliare ulteriormente il campo di applicazione, includendo ecosistemi diversi dalle foreste.
Materie prime sotto la lente dell’EUDR
Cuoio: uno degli obiettivi principali dell’EUDR
Il mercato globale degli articoli in pelle, che nel 2023 ha superato i 250 miliardi di dollari, è uno dei principali settori interessati dall’EUDR. L’Unione Europea è uno dei maggiori importatori di prodotti in cuoio, una parte significativa dei quali proviene dal Brasile, dove l’allevamento di bestiame è responsabile fino all’80% della deforestazione nella foresta amazzonica (WWF).
Con l’introduzione del regolamento, i brand della moda sono tenuti a tracciare l’origine della pelle utilizzata e a garantirne la conformità ai criteri di deforestazione zero, mettendo radicalmente in discussione le pratiche tradizionali su cui si basano le loro supply chain.

Inoltre, il mercato europeo della pelle è strettamente legato all’alta moda e al settore del lusso, che fanno ampio uso di vera pelle. La forte tradizione artigianale della regione e il ruolo centrale dei marchi di lusso rendono l’Europa un attore chiave nel mercato globale della pelletteria.
Tuttavia, le rigorose disposizioni dell’EUDR in materia di approvvigionamento a deforestazione zero avranno un impatto significativo su questo settore. I brand che operano in Europa devono ora garantire che la pelle utilizzata non sia solo di altissima qualità, ma anche conforme ai nuovi standard di sostenibilità. Questo aspetto assume particolare rilievo in un contesto in cui la domanda dei consumatori europei si orienta sempre più verso prodotti etici e a basso impatto ambientale, rendendo la conformità all’EUDR non solo un obbligo normativo, ma anche un vantaggio competitivo.
La gomma nel mirino dell’EUDR
Anche il mercato globale della gomma è oggetto di attenzione. La gomma naturale, ampiamente utilizzata nella produzione di calzature, accessori e tessuti tecnici spalmati, è spesso associata alla deforestazione nelle aree tropicali. L’EUDR impone ai brand del settore moda di verificare che l’approvvigionamento della gomma non contribuisca alla deforestazione, spingendo così le aziende a rivedere le proprie pratiche di selezione dei materiali e produzione.
E il cotone e le fibre sintetiche?
Nonostante il loro impatto ambientale rilevante, il cotone e le fibre cellulosiche artificiali (MMCF), come viscosa e rayon, non rientrano attualmente tra le materie prime regolamentate dall’EUDR. Secondo la FAO, l’industria globale del cotone ha un valore annuo superiore ai 50 miliardi di dollari e produce oltre 25 milioni di tonnellate ogni anno. In Brasile, la coltivazione del cotone è una delle principali cause di deforestazione, in particolare nel Cerrado, una delle principali aree agricole del Paese. L’espansione delle piantagioni di cotone ha infatti contribuito in modo significativo alla deforestazione e al degrado degli ecosistemi locali.
MMCF: l’impatto nascosto sulle foreste
La maggior parte delle persone è consapevole del legame tra foreste e carta, ma pochi si rendono conto che le foreste sono anche profondamente connesse ai vestiti nei loro armadi. Le fibre cellulosiche artificiali (MMCF), come viscosa, rayon, modal e lyocell, pur essendo ricavate da risorse rinnovabili come il legno, hanno un impatto ambientale significativo a causa dei loro processi di produzione. Tutte queste fibre derivano da piante, in particolare da alberi, rendendole fortemente dipendenti dalle risorse forestali e contribuendo, di conseguenza, alla deforestazione su larga scala.
Tutte queste fibre condividono un problema comune: l’approvvigionamento di materie prime. La produzione delle MMCF si basa in larga misura sul legno proveniente da foreste, comprese quelle antiche e in via di estinzione. Ogni anno vengono abbattuti oltre 300 milioni di alberi per essere trasformati in fibre tessili cellulosiche, contribuendo alla deforestazione e mettendo in pericolo la biodiversità. Interi ecosistemi forestali vengono distrutti per produrre i tessuti delle collezioni di moda della prossima stagione.
Il legame tra foreste e moda è ancora poco noto, ma è cruciale. Le MMCF sono fondamentali sia per il fast fashion che per l’abbigliamento di lusso. Purtroppo, con l’aumento della domanda, cresce anche la pressione sulle foreste, con effetti devastanti su ecosistemi vitali che svolgono un ruolo chiave nel sequestro del carbonio e nella tutela della biodiversità. La perdita di queste foreste accelera il cambiamento climatico e priva numerose specie in via di estinzione del loro habitat naturale. Secondo gli scienziati, mantenendo l’attuale ritmo di sfruttamento, entro il 2030 si rischia di perdere o danneggiare gravemente il 55% della foresta amazzonica.
Le sfide all’orizzonte: conformità e costi
L’EUDR pone sfide considerevoli per l’industria della moda, soprattutto per quanto riguarda la conformità ai nuovi obblighi normativi e ai costi che ne derivano.
Trasparenza e tracciabilità nella supply chain
Per i brand della moda, soprattutto quelli con supply chain complesse e multilivello, l’EUDR rappresenta una sfida rilevante. L’industria globale della moda dipende da una vasta rete di fornitori.
Implementare i requisiti di tracciabilità previsti dal regolamento potrebbe comportare un notevole aumento dei costi operativi. Saranno quindi necessari investimenti significativi in tecnologie per la gestione della supply chain, che potrebbero mettere sotto pressione le risorse di aziende già caratterizzate da margini molto ridotti.
Costi in aumento
La spinta verso un approvvigionamento sostenibile, imposta dall’EUDR, comporterà con ogni probabilità un aumento dei costi di produzione. La pelle proveniente da filiere sostenibili è spesso più costosa rispetto a quella convenzionale, a causa delle modalità etiche di approvvigionamento, delle considerazioni ambientali e dei processi di certificazione coinvolti. Inoltre, le aziende dovranno investire in tecnologie per garantire tracciabilità e certificazione, con un ulteriore incremento dei costi. Queste spese potrebbero infine ricadere sui consumatori, influenzando l’accessibilità economica dei prodotti.
Un report di Grand View Research evidenzia la crescente domanda globale di articoli in pelle, trainata dalla moda di fascia alta e dai brand del lusso. L’Europa si conferma un mercato chiave per i prodotti di lusso in pelle, dove i marchi puntano su materiali pregiati e lavorazioni artigianali. Tuttavia, la crescita del settore potrebbe risentire delle crescenti richieste in tema di sostenibilità, con consumatori e autorità che spingono per un approvvigionamento della pelle più etico. In un contesto in cui la sostenibilità assume un ruolo sempre più centrale, le aziende attive nel mercato europeo dovranno trovare un equilibrio tra i costi legati alla filiera sostenibile e le aspettative dei consumatori in termini di qualità e responsabilità ambientale.
Rischi legali e reputazionali
Il mancato rispetto dell’EUDR comporta rischi legali e reputazionali significativi. Le sanzioni possono arrivare fino al 4% del fatturato globale annuo di un’azienda nell’UE. Inoltre, i brand che non rispettano la normativa rischiano gravi danni d’immagine, soprattutto in un contesto in cui i prodotti sostenibili stanno diventando lo standard per i consumatori europei, anche in virtù dell’entrata in vigore di una serie di nuove normative ESG.
Opportunità: innovare per un futuro sostenibile
Nonostante le sfide, l’EUDR offre importanti opportunità per quei brand che hanno già investito in pratiche sostenibili.
Vantaggio competitivo grazie alla sostenibilità
Il mercato globale della moda sostenibile è destinato a crescere costantemente, trainato da una domanda sempre maggiore di prodotti a basso impatto ambientale. I brand in grado di dimostrare la conformità all’EUDR avranno con ogni probabilità un vantaggio competitivo, attirando una fetta di consumatori sempre più attenta alla sostenibilità.
Innovazione nei materiali e nelle pratiche
L’obbligo di conformarsi all’EUDR potrebbe diventare anche un motore di innovazione per il settore moda. I brand potrebbero esplorare nuovi materiali alternativi o sviluppare tecnologie in grado di aumentare la trasparenza e la sostenibilità lungo la supply chain. Lo sviluppo di materiali in laboratorio o di origine alternativa potrebbe, ad esempio, acquisire maggiore rilevanza man mano che le aziende cercano soluzioni per rispettare i requisiti stringenti imposti dal regolamento.
Espansione del mercato e creazione di fiducia
Rispettare i criteri dell’EUDR può rafforzare la reputazione di un brand, aumentare la fiducia dei consumatori e aprire l’accesso a nuovi mercati. Con l’aumento della consapevolezza sull’impatto ambientale dei propri acquisti, i consumatori tenderanno a premiare i marchi che dimostrano un impegno concreto verso standard di sostenibilità rigorosi, generando nuove opportunità di crescita e quote di mercato.
Gestire la conformità all’EUDR: come può aiutare osapiens
Mentre l’industria della moda è alle prese con le sfide poste dall’EUDR, le aziende devono trovare soluzioni efficaci per garantire la conformità senza compromettere l’efficienza operativa. È proprio in questo contesto che entra in gioco osapiens, offrendo una soluzione software completa, pensata appositamente per supportare le imprese nell’adeguamento ai requisiti dell’EUDR. Sfruttando la soluzione di conformità EUDR di osapiens, l’osapiens HUB for EUDR, i brand della moda possono ottimizzare la gestione della supply chain, garantire la tracciabilità e restare sempre aggiornati rispetto ai cambiamenti normativi.
L’osapiens HUB è una piattaforma ESG completa, progettata per offrire soluzioni di conformità a un’ampia gamma di regolamenti in ambito ambientale, sociale e di governance, non solo all’EUDR. I suoi vantaggi vanno ben oltre il semplice rispetto delle normative, permettendo di ottimizzare e automatizzare i processi della supply chain, migliorandone trasparenza ed efficienza. La piattaforma consente alle aziende di ottenere una visibilità completa sulle proprie filiere, rendendole più tracciabili, sostenibili e performanti. Con l’osapiens HUB, le imprese possono integrare la sostenibilità all’interno delle proprie attività operative in modo fluido, rispettare i requisiti normativi e, al tempo stesso, generare un impatto positivo di lungo periodo, rafforzando la propria competitività in un mercato sempre più orientato alla sostenibilità.
Conclusione: verso un futuro sostenibile per il settore moda e tessile
L’EUDR è destinato a trasformare profondamente l’industria della moda e del tessile, imponendo requisiti stringenti in materia di trasparenza e sostenibilità lungo la supply chain. Sebbene il regolamento comporti sfide, come l’aumento dei costi e la necessità di una gestione più avanzata della filiera, apre anche la strada a nuove opportunità di innovazione e leadership nella moda sostenibile.
Con l’evoluzione della normativa e la possibile estensione a materiali come il cotone e le fibre cellulosiche artificiali, il settore dovrà adattarsi a nuovi standard normativi e continuare a promuovere la sostenibilità. Affidandosi a soluzioni come quelle offerte da osapiens, i brand non solo possono garantire la conformità, ma anche posizionarsi come protagonisti del cambiamento verso pratiche etiche e sostenibili, affermandosi come leader nella transizione globale verso una moda più responsabile.